Un mix tra il Covid e l’influenza potrebbe generare una situazione davvero al limite per i cittadini e per gli ospedali. Parla Matteo Bassetti.
Dopo aver messo in evidenza la necessità di lottare contro quello che lui stesso ha denominato il “rigurgito anti-scienza”, Matteo Bassetti, direttore del Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha acceso il focus sulla situazione che potrebbe venire a crearsi questo inverno anche in Italia con una intersecazione tra i casi di influenza e i casi di Covid che potrebbero mettere a dura prova il sistema sanitario nazionale.
Matteo Bassetti e i numeri sui vaccini
Analizzando i dati relativi all’influenza ma soprattutto ai numeri, davvero bassi, sulle persone vaccinate, Matteo Bassetti si è espresso in modo piuttosto duro e diretto all’Adnkronos Salute, citato anche da Leggo e Il Messaggero. “Sono imbarazzanti (i numeri ndr), ben lontani dall’obiettivo minimo. Si vaccina meno di un italiano su cinque e dei fragili over 65 – che poi sono quelli che intasano i pronto soccorso o gli studi dei medici di famiglia, che si imbottiscono di antibiotici inutilmente incidendo sui costi del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) – uno su due (e il dato è in calo)”, ha fatto sapere il professore.
Lo stesso Bassetti ha quindi aggiunto: “Sulla vaccinazione contro l’influenza, ma non solo, manca la cultura della prevenzione, manca la cultura della tutela del Ssn”, ha detto il direttore del Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
Un “disastro di casi”
Il quadro descritto da Bassetti sembra essere davvero preoccupante specie in relazione a cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi, quelli più freddi: “Non ci stupiamo poi se i pronto soccorso si intasano: tra il 31 dicembre e il 15 gennaio temo ci sarà un disastro di casi, con una intersecazione dell’influenza con il Covid”.
E ancora: “Siamo stati abituati ad avere tutto senza pagarlo, ma tutto questo non è sostenibile. Se le persone non si rendono conto che fare il vaccino è tutelare il Ssn e renderlo efficiente vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa. I medici questo lo dicono apertamente ma c’è chi invece non lo fa. Dobbiamo far sì, attraverso la prevenzione, che meno persone arrivino a curarsi per le malattie”, ha concluso ancora il professore.
